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  • Cammino dei Borghi Sabini

    La Dea Vacuna: misteriosa divinità della Sabina antica

La Dea Vacuna è una delle figure più misteriose e affascinanti della religiosità sabina e romana. Venerata principalmente dai Sabini, il suo culto ha attraversato secoli, lasciando tracce profonde nel territorio della Sabina e nelle sue comunità. Nonostante la difficoltà nell'individuare con precisione tutti gli attributi e le funzioni di questa divinità, Vacuna è ricordata per il suo legame con il vuoto, il riposo e la protezione, sia in ambito militare che salutare.

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Le origini di Vacuna e il suo significato

Il nome della Dea Vacuna è stato oggetto di diverse interpretazioni etimologiche. Alcuni studiosi lo collegano alla radice indoeuropea vak- o vac-, che significa "essere vuoto" o "libero". Questa origine suggerisce che Vacuna fosse associata alla sospensione dalle preoccupazioni e al riposo dopo il lavoro o le fatiche della guerra. Il termine latino vacare (da cui derivano parole come "vacanza") riflette questo concetto di pausa, inteso come uno stato di rigenerazione mentale e fisica.

Secondo A. Saggioro, Vacuna può essere vista come una Dea Vacationis, ossia una divinità con la funzione di "esenzione" o "sospensione", un vuoto temporaneo che permetteva agli uomini di rigenerarsi, liberi da preoccupazioni e occupazioni quotidiane.

Inoltre, l'archeologo A.L. Prosdocimi suggerisce un legame tra il nome Vacuna e il sostantivo latino lacus (lago), ipotizzando una connessione della dea con le acque.

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Il culto di Vacuna e le testimonianze archeologiche

Le tracce del culto di Vacuna sono sparse in tutta la Sabina, testimoniando l'importanza di questa dea nel contesto religioso locale. A Vacone, il borgo che sembra derivare il suo nome direttamente da Vacuna (Vacunianum o Vaconianum), sono stati ritrovati reperti archeologici che confermano l'esistenza di un antico luogo di culto dedicato alla dea.

A Cerchiara, nei pressi di Rieti, all'inizio del secolo scorso furono ritrovate due basi marmoree con iscrizioni votive che fanno ipotizzare la presenza di un tempio dedicato a Vacuna. Questo rinvenimento ha portato a ulteriori indagini che continuano a scoprire indizi sull'importanza della dea in questa area.

Un altro ritrovamento importante è il bassorilievo situato a Montebuono, sulla parete esterna della chiesa di S. Maria Assunta. Questa rappresentazione, forse l'unica sopravvissuta della dea, mostra una figura femminile seduta su un trono, con due vasi ai lati. Questa immagine ha suscitato molto interesse tra gli studiosi, che l'hanno identificata come una rappresentazione della Dea Vacuna.

A Montenero Sabino, sono stati ritrovati numerosi ex voto e statuette votive, che confermano l’esistenza di un luogo di culto dedicato a Vacuna. In particolare, gli ex voto anatomici indicano che la dea era venerata anche come guaritrice, invocata per la protezione della salute.

A Trebula Mutuesca (Monteleone Sabino), è stata ritrovata un'iscrizione votiva incisa su un cippo monolitico in arenaria, testimonianza del culto della dea. Questo reperto, scoperto intorno al 1950, ha ulteriormente confermato l’importanza di Vacuna nella regione.

Inoltre, Bocchignano, frazione di Montopoli in Sabina, è un altro insediamento legato al nome Vacuna, suggerendo una possibile derivazione del toponimo da Vacunianum o Vaconianum.

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Vacuna: Dea della protezione e della vittoria

Oltre a essere associata al riposo e alla rigenerazione, Vacuna aveva anche un ruolo come divinità militare. Alcune iscrizioni ritrovate nella zona di Posta, lungo la via Salaria, testimoniano che la dea veniva invocata per garantire la vittoria in battaglia e il ritorno sicuro dalle spedizioni militari. Le dediche tardo-repubblicane e augustee confermano l’importanza della dea in questo contesto, dove i fedeli si rivolgevano a lei per colmare il vuoto lasciato dall'assenza e dal pericolo.

Curiosamente, alcuni studiosi ritengono che Vacuna fosse assimilata ad altre divinità militari, come Vittoria e Bellona, riflettendo la tendenza delle religioni romane a mescolare attributi e funzioni divine. In Sabina, tuttavia, Vacuna manteneva una funzione peculiare, legata anche al ritorno incolume da battaglie e viaggi pericolosi.

La Grotta di San Michele al Monte Tancia: Un luogo sacro ambivalente

La Grotta di San Michele sul Monte Tancia è un altro luogo profondamente legato al culto di Vacuna. Prima di essere cristianizzata e dedicata a San Michele Arcangelo, la grotta era un luogo sacro pre-romano, dove si ritiene che si svolgessero riti in onore della dea. Negli anni '60, l'archeologa Maria Grazia Mara propose l'ipotesi che una stalattite scolpita all'interno della grotta rappresentasse la Dea Vacuna seduta.

Anche se la statuetta non è più visibile, questa ipotesi ha contribuito a rafforzare il legame tra la grotta e il culto della dea. Con l’avvento del Cristianesimo, la grotta fu trasformata in un luogo di culto cristiano, ma il passaggio tra il sacro pagano e quello cristiano è ancora evidente, e la connessione con Vacuna rimane un aspetto affascinante della sua storia.

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Vacuna e il legame con le acque

Oltre al legame con il vuoto, Vacuna è anche collegata a luoghi naturali come sorgenti, fiumi e laghi. Questi luoghi, con le loro acque fluide, rappresentano uno spazio di transizione tra il pieno e il vuoto, tra la terra solida e l’acqua. La connessione della dea con gli spazi intermedi evidenzia il suo ruolo di protettrice della vita e della rigenerazione, come suggerito anche dall'associazione del nome Vacuna con il sostantivo latino lacus, che richiama l'acqua come fonte di vita e guarigione.

Vacuna e il vuoto: Un concetto di pace e rigenerazione

Il vuoto è un elemento centrale nel culto di Vacuna. Non è da intendersi come mancanza o assenza, ma piuttosto come uno spazio di potenziale e trasformazione. Per i Sabini, rivolgersi a Vacuna significava entrare in uno stato di sospensione, libero da preoccupazioni e occupazioni. Questo vuoto rappresentava un momento di pace, in cui la mente e il corpo potevano rigenerarsi.

La stessa etimologia del suo nome, legata al termine latino vacare (da cui deriva "vacanza"), riflette questa idea di pausa e di sospensione dalle attività quotidiane. Vacuna era una dea che concedeva la possibilità di recuperare energie, sia dopo una battaglia, sia in momenti di malattia o lutto.

Questo vuoto è paragonabile a uno spazio di pace interiore, un momento in cui ci si libera dalle preoccupazioni quotidiane per ritrovare la propria forza. La stessa parola "vacanza", derivante da vacare, richiama questa idea di pausa e sospensione dalle occupazioni. Per gli antichi Sabini, rivolgersi a Vacuna significava entrare in questo spazio di respiro, dove rigenerarsi e prepararsi per nuovi inizi.

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Il culto di Vacuna in Sabina

La Dea Vacuna rappresenta una figura chiave nella spiritualità e nella storia della Sabina antica. Il suo culto, diffuso in luoghi come Vacone, Cerchiara, Montebuono, Montenero Sabino, Trebula Mutuesca e la Grotta di San Michele sul Monte Tancia, ha lasciato tracce profonde nel territorio. Questa dea misteriosa, legata al vuoto, alla rigenerazione, alla guarigione e alla vittoria, continua a ispirare e incuriosire chiunque visiti questi luoghi.

La sua eredità spirituale e culturale offre un viaggio affascinante alla scoperta del passato, in cui la connessione con il vuoto diventa una risorsa per affrontare le sfide della vita e trovare un momento di pace e rigenerazione.

Fonti

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