Percorsi outdoor da scoprire
- Cammino dei Borghi Sabini
- Cicloturistica dei Borghi Sabini
- Cammino di Francesco - direttrice tiberina
Un borgo millenario con radici romane, leggende affascinanti e tesori come la Villa Romana del Tulliano, Palazzo Camuccini e chiese storiche.
Cantalupo in Sabina è uno dei comuni più antichi e affascinanti della Sabina. Le sue stradine si diramano dalla piazza principale e si snodano attraverso il borgo in un labirinto di vicoli e angoli suggestivi, creando un'atmosfera unica che invita a esplorare e scoprire scorci pittoreschi e storici.
Una leggenda locale narra di un lupo che, attratto da una stella, trasformò il suo ululato in un canto melodioso, attirando pastori e abitanti nella zona.
Il nome del borgo deriva dall'unione di due antichi centri abitati, Chantia e Lugo, che si unirono durante la costruzione del Castrum. Questa unione segnò l'inizio della comunità come la conosciamo oggi. La prima menzione ufficiale di "Castrum Cantalupi" appare nei documenti dell'Abbazia di Farfa, segnando l'inizio della sua storia documentata.
Il territorio di Cantalupo in Sabina affonda le sue radici nell'epoca romana, come testimonia la Villa Romana del Tulliano. Situata all'interno di una villa privata, è affiancata dai resti di una "villa rustica" che si ritiene appartenesse a Marco Tullio Cicerone. La rocca fu costruita dai Conti di Cuneo e passò ai Conti di Sant'Eustachio, poi alla famiglia Savelli. Nel 1862, Giovanni Battista Camuccini, figlio del pittore Vincenzo Camuccini, acquistò l'ex feudo e trasformò il palazzo in un museo, arricchendo il patrimonio culturale di Cantalupo.
Passeggiando per le strade acciottolate di Cantalupo in Sabina, si percepisce una magia che riporta indietro nel tempo. La Porta Maggiore accoglie i visitatori con le statue di Mercurio e Minerva in marmo, affettuosamente chiamate "Bammocci". Proseguendo nel borgo, Palazzo Camuccini emerge imponente. Qui, Giuseppe Garibaldi pernottò prima della battaglia di Mentana. Annesso al palazzo, il Parco Camuccini offre un’oasi di pace collegata al castello da un ponte pedonale.
Poco distante, la Chiesa di Sant’Adamo, costruita sulla tomba dell'eremita omonimo lungo l’antica via Salaria, conserva affreschi antichi. La Chiesa di San Biagio, fuori dal centro, si distingue per i pilastri dorici e il frontone triangolare con lo stemma dei Cesi, affiancata dal Convento dei Carmelitani. Infine, la Chiesa di Maria SS. Assunta in Cielo è un gioiello architettonico, trasformato in un capolavoro dagli architetti Francesco Rosa e Carlo Fontana.